Marco De Benedetti
Marco De Benedetti nato a Torino il 9 settembre del 1962 è un imprenditore e dirigente aziendale italiano, al momento amministratore delegato del GEDI Gruppo Editoriale. Secondogenito di Carlo De Benedetti e di Mita Crossetti, fratello di Edoardo e Rodolfo. Si è sposato nell’aprile del 1997 con la giornalista Paola Ferrari e ha due figli.
Marco De Benedetti: carriera
Laureatosi nel 1984 negli Stati Uniti in economia e storia alla Wesleyan University nel Connecticut. Tre anni dopo conseguì un Master in Business Administration alla prestigiosa Wharton Business School di Philadelphia. L’apprendistato nel mondo della finanza avviene a New York alla Wesserstein Perella, una delle migliori nel settore finanziario e delle acquisizioni. Dopo quest’esperienza approda prima alla Procter&Gamble e successivamente alla Olivetti, società di Ivrea di cui il padre era presidente e azionista.
Entrò occupandosi di marketing e diventando il braccio destro di Elserino Piol, uno dei pionieri delle attività di telecomunicazioni in Italia. Nel 1992 gli fu affidata la responsabilità delle attività di tlc del gruppo, in particolare della società di telefonia fissa, Infostrada, con l’intenzione di fare la concorrenza alla Telecom (sulla carta almeno, in quanto Infostrada era all’epoca una piccola società che aveva bisogno di investimenti con l’Olivetti non in grado di sostenerli).[2] E quando nel 1994 la Olivetti ottenne la licenza di varare in Italia il secondo gestore di telefonia mobile destinato a fare concorrenza a Tim, partecipò alla nascita di Omnitel. Successivamente Marco De Benedetti si trovò al fianco di Roberto Colaninno allorché il manager mantovano approdò a Ivrea dopo il periodo di Francesco Caio e partì all’assalto di Telecom Italia. L’operazione ebbe successo, Colaninno si portò dietro dall’Olivetti il solo Marco De Benedetti[3] il quale nel 1999 fu posto dallo stesso Colaninno alla guida di Tim.[4] E vi rimase fino al 2005 anche dopo l’arrivo della Pirelli di Marco Tronchetti Provera.[5] Dal luglio all’ottobre 2005 fu Amministratore Delegato di Telecom Italia S.p.A.
Appassionato di macchine,[6] nel novembre 2005 ritornò nel mondo della finanza, diventando Managing Director e Co-Head dell’Europe Buyout Group di The Carlyle Group, società internazionale di asset management e tra i maggiori fondi di private equity a livello globale.[7] Solo nel 2013 rientrò nelle attività di famiglia quando il padre Carlo decise di aprire alla nuova generazione l’azionariato della holding familiare, donando ai tre figli le azioni di Cir e Cofide. Nel giugno 2017 l’ultimo passo di Carlo De Benedetti: lasciò a Marco la presidenza della Gedi, la società editoriale nata poco prima, in maggio, dalla fusione del gruppo L’Espresso (editore del quotidiano la Repubblica) con La Stampa e Il Secolo XIX di John Elkann e Carlo Perrone.[8]
È presidente del consiglio degli accomandatari della Carlo De Benedetti & Figli, siede inoltre nei consigli di amministrazione di COFIDE – Gruppo De Benedetti S.p.A, CIR S.p.A, Moncler S.p.A., NBTY Inc., CommScope Holding Company, Twin-Set Simona Barbieri S.p.A., Marelli Motori S.p.A. e Sematic S.p.A. (di queste ultime tre aziende è anche presidente del consiglio di amministrazione).
Il 5 ottobre 2015 viene prosciolto insieme al fratello Rodolfo in riguardo alle morti d’amianto della Olivetti mentre il padre viene rinviato a giudizio[9] e condannato nel luglio 2016.
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